La curiosità di conoscere più da vicino un concittadino illustre? Il fascino che avvolge un luogo silenzioso, abbandonato? Il mistero di una famiglia riservata, di una proprietà sgretolata, dissolta? Più semplicemente sarà stato il cartello con la scritta “VENDESI”, che pendeva dal battente di casa Valentini, a spingerci ad incontrare Stefano Valentini, nipote dello scrittore. A lui abbiamo chiesto di visitare la casa del nonno paterno. Sapevamo che tutto ciò che riguarda Zopito Valentini era ancora lì dentro, ma non ci aspettavamo una casa così bella e malridotta. Il materiale dello scrittore era ammucchiato in piccola parte nello studio e in gran parte nella soffitta, dove piccioni, faine e agenti atmosferici vari giocavano a cambiare i connotati di libri, lettere, riviste, giornali, documenti, cliché, piccole e grandi voliere, sparsi dappertutto nella soffitta. Quando ci siamo ripresi dallo sgomento, abbiamo chiesto a Stefano di mettere a disposizione dell’Associazione Culturale Lauretana tutto il materiale cartaceo del nonno, con l’obiettivo di conservarlo, studiarlo e valorizzare così l’opera di Zopito Valentini, un loretese conosciuto poco e male dai suoi stessi concittadini, associato per lo più ad una via (abballe a Valindine appunto, già via XX Settembre) o ad un omonimo famoso per i suoi vini. Ciò che si propone nel cartellone del Teatro Comunale Luigi De Deo di Loreto Aprutino non è né una mostra retrospettiva, né uno spettacolo teatrale. E’ una visitazione libera dello scrittore, del giornalista,dell’editore, dell’organizzatore e dell’avicultore Zopito Valentini, prima tappa di un percorso che porterà ad una analisi critica, più precisa e completa, della figura e dell’opera dell’artista loretese. Questa breve indagine, ideata da Giacomo Vallozza e Fausto Roncone, è stata realizzata con un gruppo di giovanissimi nell’ambito del laboratorio “Radici”, (progetto “Crescere insieme” per la prevenzione della tossicodipendenza e del disagio giovanile). La conclusione del lavoro su Zopito Valentini sarà l’allestimento di una sezione dedicata interamente allo scrittore all’interno della biblioteca comunale di Loreto Aprutino; un secondo obiettivo, più ambizioso, è quello di istituire una “Fondazione Valentini” e spingere quindi per l’acquisizione della residenza dell’artista, dove verrebbe sistemato tutto il materiale che lo riguarda. In prospettiva pensiamo ad un Centro Studi del patrimonio artistico e storico dell’intera area vestina.
SETTIMANA LORETESE DELLA CULTURA
Dal 25 oggi fino al 31 ottobre 2008, si è svolta a Loreto Aprutino, presso il Teatro Comunale “Luigi de Deo”, la Settimana loretese della cultura. Il progetto, ideato dall’Associazione Culturale Lauretana, è stato realizzato con il contributo di: Provincia di Pescara, Comune di Loreto Aprutino, Istituto Statale d’arte “V. Bellisario”-Pescara, Regione Abruzzo, Biblioteca Provinciale di Pescara, Biblioteca “Gaetano Panbianco” Loreto Aprutino.
La “Sette giorni” dedicata allo Scrittore, Editore ed Organizzatore Zopito Valentini, si è aperta con una Giornata di studi. L’inaugurazione della mostra di ristampe dei cliches della rivista “APRUTIUM”, di cui Valentini fu direttore ha dato via ai lavori dopo i saluti di Paolo Fornarola, Assessore alla cultura della Provincia di Pescara, Mauro Di Zio, Presidente Fondazione Musei Civici di Loreto Aprutino, Bruno Passeri, Sindaco di Loreto Aprutino, Sandro Di Minco, Assessore alla cultura del Comune di Loreto Aprutino, e con la presentazione della ristampa del libro “UN ANNO SENZA RONDINI”.
A seguire gli interventi di Enzo Fimiani, Direttore della Biblioteca provinciale di Pescara, Maria Laura Priori, nipote di Zopito Valentini, Giacomo Vallozza, Presidente Associazione Culturale Lauretana e Mario Cimini, Docente presso l’Università ”G. d’Annunzio” di Chieti.
Dopo un breve intervallo: “Venture d’America”, la lettura scenica del Teatro del Paradosso, a cura di Domenico Galasso, con Domenico Galasso, Tommaso di Giorgio e Federica Nobilio.
La mostra delle ristampe dei cliches della rivista “APRUTIUM”, impresse nei laboratori dell’Istituto Statale d’Arte ”V. Bellisario” Pescara, è rimasta aperta dal 25 al 31 ottobre 2008, presso il Teatro Comunale “Luigi de Deo” di Loreto Aprutino.
Zopito Valentini nacque a Loreto Aprutino (allora in provincia di Teramo) il 17 aprile 1890 da un’agiata famiglia della borghesia cittadina. Frequenta il liceo classico Ovidio di Sulmona e, sedicenne, figura già tra i collaboratori del periodico loretese l’«Abruzzo Letterario» (1906-1912) fondato e diretto da Gaetano Panbianco (1864-1937), un personaggio che dovette a tutti gli effetti costituire il suo maestro sia nell’attività giornalistica che nell’impegno a vivacizzare culturalmente la vita di provincia. Si faceva conoscere, intanto, anche al di fuori del paese natio: dal 1906 è corrispondente e redattore de «Il Divenire Artistico» di Caltanissetta; nel 1907 pubblica un carme commemorativo dell’impresa garibaldina dei Mille, Lo scoglio di Quarto; l’anno dopo è la volta di una raccolta di versi, Canti ribelli, benevolmente incoraggiata da Edmondo De Amicis; seguono, nel 1909, Primo amore, e, nel 1910, Sorrisi: piccoli echi di vita, raccolta di racconti per lo più già apparsi su varie testate giornalistiche. Appena ventenne, insomma, Valentini è già un nome nella repubblica delle lettere e soprattutto ha maturato una fondamentale esperienza come giornalista, professione a cui resterà sostanzialmente fedele per il resto della sua vita. Non è un caso che, già nel 1912, nonostante la giovane età, riesce a dar vita, con sede redazionale a Loreto Aprutino, in assoluta autonomia, ad una rivista – «Aprutium» – che in breve tempo si sarebbe affermata tra le più prestigiose del giornalismo culturale non solo regionale ma anche nazionale e internazionale. Il suo obiettivo era di creare in Abruzzo uno strumento che fosse «l’eco di tutto il movimento letterario-artistico-scientifico moderno» e nello stesso tempo contribuisse a far maturare sul piano sociale i germi del rinnovamento civile: a tal fine Valentini ricerca e si assicura la collaborazione di personalità di rilievo nel panorama culturale contemporaneo, da Luigi Pirandello a Marino Moretti, da Luigi Capuana a Grazia Deledda, da Ada Negri a Benedetto Croce, da Guido Gozzano a Giuseppe Prezzolini. Le pagine del mensile vengono così occupate da liriche, prose narrative, opere teatrali, profili di personaggi famosi, recensioni che disegnano il quadro multiforme della letteratura e dell’arte del tempo; il successo dell’iniziativa è presto evidente: già nel 1912 la rivista apre una redazione a Roma (affidata a Nicola D’Aloisio) ed una a Parigi (coordinata da Ary René d’Yvermont). Iniziano anche le collaborazioni di importanti scrittori francesi, come Henry de Régnier, Maurice Maeterlinck, Catulle Mendés. Ma nonostante la buona diffusione del periodico e il suo alto spessore culturale, l’impresa entra in crisi nel giro di pochi anni per difficoltà economiche: Valentini la sosteneva quasi da solo, con notevole dispendio del suo patrimonio familiare. L’ultimo numero della rivista, realizzato nel 1918 con il contributo di ben 73 collaboratori (tra cui D’Annunzio, Gentile, Verga, Corradini, Pirandello, Di Giacomo, Rosso di San Secondo), venne interamente dedicato alle Forze Armate Italiane in occasione della Grande Guerra, ma, essendo stato ultimato dopo l’armistizio, non venne diffuso. Ormai, però, la fama di Valentini come giornalista e promoter culturale è consolidata. Viene chiamato a Milano dalla casa editrice dell’«Illustrazione Internazionale» a dirigere una pubblicazione d’arte, «Rinascita», impegno che lo assorbe per tutto il 1919. L’anno dopo è di nuovo in Abruzzo: a Castellamare Adriatico fonda un nuovo giornale, «L’Idea Abruzzese» (1921-1923), settimanale, come recita il sottotitolo, «di lotta e di valorizzazione delle forze e degli interessi regionali». Dalle colonne di questa rivista lancia campagne di sensibilizzazione pubblica sui problemi e le prospettive dell’Abruzzo: fomenta la creazione della provincia di Pescara e soprattutto promuove, nel 1923, la realizzazione della “Settimana abruzzese”, una serie di manifestazioni artistiche e una grande esposizione fieristica che poi si tennero a Castellamare e costituirono a livello nazionale un’indubbia vetrina delle potenzialità economico-culturali della regione. Sono forse proprio gli strascichi per l’organizzazione di questa manifestazione (non ultima la delusione per l’ipocrisia e l’inaffidabilità di politici e potenti del tempo, tra cui il compaesano Giacomo Acerbo), per la quale Valentini non aveva lesinato, come al solito, energie e risorse economiche personali, che lo portarono ad un vero e proprio tracollo finanziario e lo convinsero a maturare l’idea di espatriare. Nel febbraio 1924 lascia l’Abruzzo alla volta degli Stati Uniti, e qui, se si eccettua un breve rientro a Loreto tra la fine del 1924 e gli inizi del 1925, rimane per 6 anni, vivendo di occupazioni saltuarie: tiene inizialmente una serie di conferenze con l’obiettivo di raccogliere fondi sia per estinguere i debiti contratti che per la realizzazione a Castellamare di un “Palazzo delle arti e delle industrie del Mezzogiorno d’Italia”, collabora con l’ambasciata italiana conducendo un’indagine sulla condizioni degli immigrati, invia qualche corrispondenza ad alcuni giornali italiani, smercia l’olio loretese…. Non lo abbandonano in questo periodo gli interessi letterari: compone sicuramente un romanzo che cerca invano di pubblicare in America (se ne hanno diverse notizie dalla documentazione recentemente recuperata nella sua casa di Loreto Aprutino); va mettendo insieme i capitoli di Un anno senza rondini (pubblicato poi dal Vallecchi di Firenze nel 1930), libro che rievoca le suggestioni del viaggio americano (in particolare del primo anno) e che, tra l’altro, resta una delle sue cose artisticamente più valide. Valentini torna in Italia definitivamente nel 1930; ma la sua vita da questo momento e fino alla morte (avvenuta a Pescara il 5 dicembre 1930) sembra dileguarsi nell’anonimato: qualche sporadica notizia si ha su un suo progetto di fondare un grande quotidiano italo-americano. Tuttavia nuovi dettagli potrebbero venire dall’esame delle carte del suo archivio personale (solo da poco venuto alla luce e, al momento, non ancora disponibile per la consultazione).
Diamo qui di seguito alcune indicazioni bibliografiche che potrebbero essere utili per approfondire la figura e l’opera di Valentini: MICHELE VELLANTE, Zopito Valentini: un grande abruzzese, Penne, Tipografia Cantagallo, 1966; MARIA LAURA PRIORI, «Aprutium» e la cultura del primo Novecento, in «Oggi e Domani», 10 ottobre 1981; LUCIANA PASQUINI, Il viaggio americano di Zopito Valentini, in Nei paesi dell’utopia, a cura di Vito Moretti, Roma, Bulzoni, 1997, pp. 225-253; MARIA LAURA PRIORI, Le riviste di Zopito Valentini, in Giornali e riviste in Abruzzo tra Otto e Novecento, a cura di Gianni Oliva, Roma, Bulzoni, 1999, pp. 405-418; MARILENA GIAMMARCO, Achille Ricciardi e Zopito Valentini, in Giornali e riviste in Abruzzo tra Otto e Novecento, cit., pp. 419-442; MARIO CIMINI, Dinamiche dell’aggregazione culturale in area adriatica: il caso di Loreto Aprutino tra Otto e Novecento, in «Adriatico / Jadran», 1/2005, Atti del I Congresso Internazionale della Cultura Adriatica, Pescara, 6-9 ottobre 2004, a cura di Marilena Giammarco e Antonio Sorella, Pescara, 2005, pp. 382-396; MARIO CIMINI, Zopito Valentini, in Gente d’Abruzzo. Dizionario biografico, vol. X, Castelli (Te), Editrice Andromeda, 2007, pp. 187-190.
Mario Cimini
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