Gaetano Panbianco
Gaetano Panbianco
Intervento in occasione della donazione del piccolo carteggio di Gaetano Panbianco da parte della famiglia Panbianco alla biblioteca comunale di Loreto Aprutino. Giornata di studio sulla figura di Gaetano Panbianco 17 Marzo 2010 di Fausto Roncone.
Avevo 16 anni quando ho sentito, per la prima volta, questo nome, dove? Nall’abitazione del maestro Luigi Carlo Tereo che i Loretesi ben conoscono. Maestro di scuola, giornalista, presepista esperto dell’arte della ceramica, nonché direttore del museo delle ceramiche Acerbo. Frequentavo l’Istituto Professionale di Stato per tipografi compositori. Quell’anno mettemmo su un giornalino didattico dal titolo IPIA. Ogni alunno aveva il compito di scrivere un piccolo articolo e comporlo tipograficamente. Io scrissi un breve testo dal titolo “Venite a Loreto”, invito esplicito a visitare le cose belle che il nostro centro offre. Poiché sapevo che il Maestro Tereo era un cultore dell’arte, mi recai presso la sua abitazione per donargli una copia di questo giornalino. Mi accolse con grande calore e poi… lo gira… lo rigira… una rapida corsa ai titoli e comincia a farmi delle domande. Che corpo è questo carattere… questo titolo…domande sulle giustezze, le interlinee, i bianchi tipografici: un esame. Io lo guardavo meravigliato! Poi mi spiegò che era stato anche lui apprendista tipografo a Teramo nella tipografia dello zio materno Tommaso Bruno Stoppa. Così comincia a parlarmi di Loreto alla fine dell’800 quando erano attive tre botteghe tipografiche: La Colantonio, la Di Vestea, La Villanucci. Vi si pubblicavano riviste ed un giornale locale. A Teramo vi erano due belle tipografie: lo stabilimento tipografico del Lauro e quello del Corriere, entrambe dirette da due loretesi: Il Popolo Abruzzese di Gaetano Panbianco ed il Corriere Abruzzese di T. B. Stoppa. Continuò citando Zopito Valentini, direttore di Aprutium e dell’Idea Abruzzese. Poi parlammo di linotype, rotative, pedaline, taglierine e per finire mi mostrò alcuni giornali e pubblicazioni originali che erano stati stampati a Loreto: Abruzzo Letterario e Cronaca Abruzzese, entrambi diretti da Gaetano Panbianco. Dinanzi a questi materiali provai un’ emozione fortissima. Immaginai la tipografia, con i redattori, i compositori, gli stampatori. Era lo stabilimento tipografico del Lauro con sede in via del Sole al numero 34, a due passi da casa mia. In quel momento mi sentii lavorante di quella bottega. Una bella conversazione che accese in me l’interesse e la curiosità per tutto ciò che riguarda la storia di Loreto Aprutino. Negli anni successivi dalla volontà di un gruppo di amici è nata l’Associazione Culturale Lauretana che da allora continua ad operare per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale di questo centro. Oltre ad organizzare mostre, concerti, spettacoli, convegni, eventi culturali in genere, fonda la compagnia Teatro del Paradosso che attraverso spettacoli e laboratori diffonde la cultura teatrale da oltre vent’anni. Oggi la nostra associazione sopravvive con non poche difficoltà, senza una “casa”, dal momento che, a seguito del terremoto, è inutilizzabile il Teatro Comunale che da alcuni anni gestiamo. Torniamo a Panbianco che ogni tanto, negli anni, si è riproposto: un piccolo testo, una poesia, una vecchia foto, la biblioteca intestata a suo nome. Spesso ci siamo chiesti: possibile che Loreto non conserva nulla di questo poeta? L’unico documento che ci racconta la sua vita è un libricino pubblicato nel 1946 da Giovanni De Caesaris edito dalla stamperia d’Arte de Arcangelis. Possibile che Panbianco non ha eredi? Abbiamo indagato in tutti i modi ma di lui nessuna traccia. Ho desistito. Poi un anno fa circa mi sono imbattuto in una tesi di laurea di Magda Tirabassi che ringrazio per il suo lavoro e per la sua generosa disponibilità. La sua tesi su Gaetano Panbianco era stata donata alla biblioteca comunale di Loreto a lui intestata. La lettura di questo lavoro ha risvegliato in me la voglia di continuare la ricerca su documenti e carteggi del nostro poeta… ma la mia curiosità andava oltre, io volevo trovare le persone in qualche modo legate a lui. E qui mi è venuta in aiuto la magia del web. Da un anno sono entrato nelle comunità di facebook … seppure con poche speranze ho provato a cercare Panbianco e lanciato un messaggio: “salve, sono fausto roncone, scrivo da Loreto Aprutino. Sono alla ricerca di parenti di uno poeta giornalista abruzzese – Gaetano Panbianco – vissuto fine 800 e inizio del 900, per caso è un suo antenato? Ringrazio anticipatamente mi risponde un Paolo Panbianco “Sì. Adesso non mi ricordo esattamente se siamo in linea diretta. Se non sbaglio era un fratello del mio trisnonno, ma potrebbe anche essere lui il mio trisnonno. Dovrei guardare l’albero genealogico per dirtelo per certo… Perché? Spero non abbia lasciato debiti! Ed io: “Assolutamente, di questo scrittore si sono perse le tracce. Poiché abbiamo trovato diversi libri, giornali, e altre pubblicazioni, ci piacerebbe approfondire la sua storia. Ti trovi in Italia? Paolo- No, vivo in Lussemburgo. Poi mi mette in contatto con il padre Giuseppe e la sorella Alessandra che vive a Merano. Da questo contatto è nato tutto il resto. La prima volta che ho parlato per telefono con Alessandra Panbianco, che questa sera è qui con noi, insieme al fratello Giuseppe, credetemi è stata per me un’emozione. Da lei e la sua famiglia provengono i testi e i manoscritti che oggi ci vengono donati. E’ per noi una grande soddisfazione l’ essere riusciti a dare un volto e una storia a questo personaggio per lungo tempo rimasto nell’ombra. Soprattutto speriamo che questa piccola iniziativa serva a stimolare l’approfondimento dell’opera di questa figura che tanto ha dato alla nostra terra in un periodo di grande fermento culturale. Infine ringrazio di cuore la famiglia Panbianco per la disponibilità e la fiducia accordataci da subito, come se un legame ci fosse sempre stato ed era lì… in attesa di essere risvegliato. Concludo con le parole di Alessandra Panbianco nell’ultima mail che, qualche giorno fa, mi ha inviato. Scrive Alessandra: “E’ tutta una vita che non butto via niente e che tutti i parenti anziani man mano che se ne vanno ( in cielo) mi affidano il loro passato sicuri che lo custodirò, quindi sono proprio contenta di poter passare il testimone alla Biblioteca di Loreto : da lì vennero e lì ritornano. Il cerchio si chiude e mi sembra giusto così.”