Edoardo Valentini
EDOARDO VALENTINI
In Abruzzo il nome Valentini è spesso associato a una prestigiosa casa vinicola, ma dal panorama sommerso della cultura e dell’arte emerge una figura poco conosciuta, che si è distinto, con una breve ma molto significativa carriera, in campo musicale. Parliamo di Edoardo Valentini (nonno del grande viticoltore Edoardo Valentini, scomparso nell’aprile 2006
): direttore d’orchestra e compositore, amico personale di Giacomo Puccini e Ettore Mascagni, nonché appassionato e profondo conoscitore dell’opera di Richard Wagner, del quale fu uno dei primi e più esperti cultori nell’Italia degli inizi del Novecento.
Dalla sua piccola e amata Loreto, nella quale ha avuto i natali nel 1868, si è trasferito a Bologna, per frequentare il Conservatorio musicale “San Luigi”. A soli 16 anni il debutto come compositore e pianista solista, al Circolo Wagneriano di Bologna, dove propone con successo alcune sue composizioni. Subito dopo lo troviamo come primo violino nel quartetto della Regina Margherita. Sono anni in cui il panorama musicale va arricchendosi di esperienze trasversali, che abbracciano linguaggi culturali allargati: dalla danza alla poesia. Trionfa il genere dell’opera lirica, Edoardo Valentini dirige, non ancora ventenne, la “Carmen” di Bizet, al teatro Comunale di Viterbo. E’ l’inizio di una ridente quanto fulminante carriera: a partire dal 1892 dirige “Il barbiere di Siviglia”, al teatro Guillame di Brescia; il “Guglielmo Tell” a San Giovanni in Persiceto; “Dinorah” di Meyerbeer, al Manzoni di Milano; “ I pagliacci” di Leoncavallo, al Chiabrera di Savona, e ancora: “Il piccolo Haydn” del maestro Gaetano Cipollini e la “Manon” di Massenet.
In generale si può dire che Edoardo Valentini abbia praticamente diretto in tutti i più prestigiosi teatri d’Italia, dal “San Carlo” di Napoli alla “Fenice” di Venezia.
Un momento particolarmente significativo della sua carriera è rappresentato dalla stretta collaborazione con Arturo Toscanini, con il quale si alternò spesso nella direzione dell’Orchestra.
Ancor più importante fu il lavoro svolto da Edoardo Valentini nella diffusione della conoscenza in Italia dell’opera di Richard Wagner: fu diretta proprio da lui la prima opera wagneriana rappresentata in Italia: si tratta del “Tannhauser”.
Valentini parlava correntemente il tedesco e il francese, si era recato spesso in Germania per studiare direttamente la musica del grande compositore, tanto da poter essere definito “il primo wagnerista italiano”.
A 37 anni, la sua ridente carriera subisce un’improvvisa battuta d’arresto e si interrompe. Valentini si ritira dalla scena, lasciando solo il ricordo dei suoi entusiasmanti esordi: tra i 18 e i 20 anni ha composto brani, editi dai f.lli Cocchi di Bologna, da lui stesso eseguiti, accanto all’infaticabile impegno di direttore d’orchestra.
Eppure, nel piccolo-grande vuoto lasciato tra le righe del pentagramma da questo giovane e geniale musicista abruzzese, restano tracce di profondi ripensamenti, lunghi viaggi, struggente inquietudine e inconfessata nostalgia.
Sicuramente vogliamo considerare questo primo momento come l’avvistamento da lontano di una piccola isola che invita all’avvicinamento e alla scoperta di una terra misteriosa.